XXII Domenica del T.O.
Ger 20,7-9 - Rm 12,1-2 – Mt 16,21-27
Se perdiamo la nostra vita per Gesù, faremo una scoperta formidabile
Mentre iniziamo un nuovo anno pastorale,
il mio augurio è che, quest’anno, tutti noi possiamo giungere a dire:
“Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.” (Ger 20,7)
“Mi hai sedotto”.
Il testo ebraico si potrebbe anche tradurre: “Mi hai ingannato”,
cioè, mi hai portato là dove non volevo andare!
Sei riuscito ad allontanarmi dalle mie solite vie segnate dai miei interessi,
dalla mia ricerca di comodità, di tranquillità…
Sì, io volevo stare tranquillo!
Essere una persona perbene. E basta.
E tu, Signore, sei riuscito a portarmi sulla via dell’Amore.
“Sei stato più forte di me, e hai vinto!”
Quanto sarebbe bello se tutti noi potessimo fare questa confessione!
Essere quasi arrabbiati col Signore!
Arrabbiati e meravigliati,
felici che Dio abbia vinto nella nostra vita!
Quanto sarebbe bello se cadessimo tutti nelle mani di Dio,
invece di aggrapparci a tante cose che passano,
e non possono riempire la nostra vita.
*
Ma questo potrebbe significare anche essere malvisti,
dispiacere a tante persone, come avvenne a Geremia:
“Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno,
ognuno si beffa di me.” (Ger 20,7)
Occorre avere il coraggio di non pensare come tutti, e di non agire come tutti.
È l’appello che ci rivolge oggi il Signore attraverso Paolo:
“Non conformatevi a questo mondo”,
cioè, “non fate vostro il modello, lo schema, la forma di vita
di tutti i vostri contemporanei.”
“Ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare”
con una mèta: “discernere qual è la volontà di Dio,
ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” (Rm 12,2)
È una chiamata alla libertà,
che ha come chiave il discernimento, in greco “dokimazo”,
che significa verificare, esaminare, fare un test.
Quindi, non esitiamo ad ascoltare, riflettere, informarci, pregare, consigliarci,
e poi prendere una decisione che può essere totalmente controcorrente.
E perché no?
Pensate alla scelta del Papa di andare in Mongolia, a 9200 km da Roma,
dove ci sono 2000 cattolici…
Discernere, rinunciando ai pensieri solamente umani,
per abbracciare i pensieri di Dio…
È quello che è mancato a Pietro nel Vangelo odierno.
Pietro sente Gesù dire, per la prima volta,
che sta andando verso un grande fallimento,
anzi verso la morte, e poi la risurrezione.
Pietro gli risponde come tutti noi avremmo risposto,
senza un vero discernimento:
“Dio ti perdoni queste parole insensate! Quello che dici non ti accadrà mai! Credimi!”
Vedete la differenza con Geremia?
Pietro non si è ancora lasciato allontanare dai pensieri umani,
dalla via della paura.
Non vuole perdere il suo Gesù.
Non vuole perdere la sua vita.
Ci vorrà la potente opera dello Spirito Santo
perché Pietro divenga l’Apostolo sedotto fino in fondo
dalla Via della Croce, dalla Via dell’Amore.
Ci vuole una grande forza di seduzione da parte di Dio
perché passiamo da: “Voglio salvare la mia pelle”
a: “Voglio perdere la mia vita a causa di Gesù.”
Ma bisogna essere lucidi:
voler salvare, noi stessi, la nostra vita, significa perderla;
non possiamo, infatti, essere eternamente sorgente di vita per noi stessi.
Solo Gesù può renderci vivi di una vita che non passa.
E' necessario però il nostro contributo!
Gesù non sceglie per noi.
Gesù non decide per noi.
Ci attira, ci seduce, ci spinge… ma occorre il nostro sì, concreto, negli atti.
E su questo saremo giudicati nell’ultimo giorno:
non saremo giudicati sui bei propositi né sulle belle dichiarazioni,
ma sulla nostra “prassi”, sulle nostre azioni.
*
Termino sottolineando un versetto:
“Chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.” (Mt 16,25)
Ecco quello che possiamo desiderare: “Trovare la nostra vita.”
Se perdiamo la nostra vita per Gesù, faremo una scoperta formidabile:
“troveremo” la nostra vita.
Scopriremo la bellezza ancora sconosciuta della nostra persona,
della nostra esistenza.
Allora lasciamoci sedurre da Gesù crocifisso e risorto!
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