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26 settembre 2021 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel


XXVI Domenica del T.O.

Nm 11,25-29 – Gc 5,1-6 – Mc 9, 38..48


Alcuni brani del Vangelo hanno bisogno di spiegazioni, di lunghi commenti…

Per altri invece, ci vuole il coraggio di rimanere nel significato immediato, letterale.

E credo che sia il caso del Vangelo odierno.

Per non annacquarne l’esigenza.


Ricordiamo il Vangelo di domenica scorsa.

Gesù prese un bambino, lo pose in mezzo agli apostoli,

e abbracciandolo, disse loro:

"Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me…” (Mc 9,36-37)

Questi gesti e queste parole ci dicono quanto Gesù fosse attento ai bambini.

Quanto gli fossero cari.

Al punto di dire che se non ci convertiremo e non diventeremo “come i bambini”,

non entreremo nel Regno dei Cieli.

E ancora: “Chiunque si farà piccolo come questo bambino,

costui è il più grande nel regno dei cieli.” (cfr Mt 18,3-4)


Gesù vede nei bambini qualcosa che noi non vediamo o non vediamo più.

Sia perché Gesù ha uno sguardo puro che noi abbiamo perso a causa del peccato,

sia perché siamo capaci di deturpare in tanti modi la purezza dei bambini.

Non penso solo al dramma della pedofilia.

Penso al modo in cui i bambini sono viziati o, al contrario, abbandonati o sfruttati;

a come sono privi di educazione religiosa, di apertura alla trascendenza,

a come sono lasciati in preda alla dipendenza dal telefonino o dallo schermo,

in preda alla pornografia, …

Il 31% dei ragazzi di 9-17 anni (51% degli adolescenti di 15-17 anni)

si imbatte in contenuti sessuali sulla rete, dicono gli esperti…


Gesù è di una severità estrema quando si riferisce al modo in cui trattiamo i bambini.

È appunto quello che abbiamo ascoltato oggi.

Gesù parla delle situazioni in cui qualcuno dà scandalo

a uno solo “di questi piccoli che credono in me”. (Mc 9,42)


E, qui, bisogna non dare interpretazioni allegoriche.

È chiaro quel che dice Gesù.

Dare scandalo a un piccolo, ad un bambino che crede in Lui…

“dare scandalo” significa mettere sul cammino di una persona

un ostacolo che lo fa inciampare, che lo fa cadere.


E Gesù è di una severità estrema:

meglio morire che commettere atti che feriscono a morte l’anima dei bambini.


Gesù ci invita allora ad una verifica.

“Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala” … (Mc 9,43)

E lo stesso per il piede o l’occhio…


Guarda bene nella tua vita:

quali scelte, quali atteggiamenti, quali luoghi, quali incontri

ti fanno cadere nel peccato?

Taglia!


Tale telenovela o tale ricerca su internet ti porta alla lussuria? Taglia!

Tale “passeggiata” su internet ti porta al gioco di azzardo? Taglia!

Tale “incontro” ti porta alla calunnia? Taglia!

E questo in modo particolare quando metti a rischio, anche minimamente, dei bambini.


Ascoltavo ancora questa settimana il racconto di un ragazzo stuprato dal nonno paterno,

la cui vita è stata distrutta,

anche perché ha ripetuto gli stessi gesti su una sua nipotina …

È divenuto religioso, ha poi lasciato,

e, malato psichiatrico grave, ora ha anche un tumore…

Ma in fondo a questo baratro, grazie alla preghiera di alcuni,

sta aprendosi all’Amore di Dio…

I gesti del nonno hanno frantumato tutta un'esistenza, e non solo una …


Gesù è severo, severissimo…

E questa sua severità dice il valore sacro di ogni bambino.

A partire dal feto… ogni vita è sacra,

ma il feto, come il bambino piccolo, ha in sé una sacralità particolare.

Un riflesso particolare di Dio…


*


Gesù è severo…

Oggi, si alza la voce di Giovanni, “il discepolo che Gesù amava” (Gv 13,23; 19,26; 21,20),

che dice:"Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo,

perché non ci seguiva". (Mc 9,38)

Come per dire: “Anche noi abbiamo agito con determinazione per difendere il tuo Nome!”


Gesù si congratula con lui?

No!

Anzi!

"Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome

e subito possa parlare male di me.” (Mc 9,39)


Immagino il volto sbalordito degli apostoli…

Perché siamo disposti a seguire Gesù,

ma a patto di ricavarne un privilegio sugli altri,

a patto che il Suo Nome sia nostro, e non degli altri.

Ma Gesù non accetta per niente questa mentalità.


Vi è qui una tentazione che non è solo dei cristiani, ma di ogni religione.

Vogliamo un potere religioso che gli altri non hanno.

Questo è un terreno fertile per la pedofilia nel clero…

Siamo potenti, siamo “scelti”…

E l’onnipotenza apre la porta ai crimini più terribili…

L’altro non esiste più come persona.

Esisto “io”….


Fin da Caino, ci risulta difficile accettare

che Dio possa benedire chi non è con “noi”.

Ma questo è un “noi” malato, un “noi” malsano, un “noi” pericoloso!

“Noi” occupiamo il centro!

Non è Dio, non è Gesù al centro, ma “noi”,

e un “noi” esclusivo, chiuso, settario.


E Gesù aggiunge: “Chi non è contro di noi è per noi.” (Mc 9,40)

Perché il centro è Lui!


Come Mosè rispose a Giosuè che era, come tutti, adirato

perché due israeliti, non venuti alla tenda con i settanta, si erano messi a profetizzare…

e Mosè gli rispose:

"Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore

e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!" (Nm 11,29)


Ecco il disegno di Dio: un “noi” inclusivo,

che non esclude nessuno…

Papa Francesco, nel bellissimo messaggio

per l’odierna Giornata del migrante e del rifugiato,

citando la Lettera Enciclica “Fratelli tutti”, dice:

«Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione

sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo

e in nuove forme di auto-protezione egoistica.

Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» ( n.35)

Fin dalla creazione “Dio ci ha creati maschio e femmina, esseri diversi e complementari

per formare insieme un noi destinato a diventare sempre più grande

con il moltiplicarsi delle generazioni.”


E aggiunge: “I nazionalismi chiusi e aggressivi e l’individualismo radicale

sgretolano o dividono il noi, tanto nel mondo quanto all’interno della Chiesa.

E il prezzo più alto lo pagano coloro che più facilmente possono diventare gli altri:

gli stranieri, i migranti, gli emarginati, che abitano le periferie esistenziali.


In realtà, siamo tutti sulla stessa barca

e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano,

non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità.

Per questo colgo l’occasione di questa Giornata

per lanciare un duplice appello a camminare insieme verso a un noi sempre più grande, rivolgendomi anzitutto ai fedeli cattolici e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo.”


E qui, non possiamo non sentire l’Apostolo Giacomo:

“Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine,

la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco.” (Gc 5,3)


Le nostre ricchezze sono fatte per essere condivise,

affinché “non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità.”


Concludiamo…


Gli apostoli erano preoccupati di “purificare” gli altri, per rimanere essi al centro…

Si tratta invece di consegnarci a Gesù, perché Egli purifichi noi,

purifichi in particolare il nostro rapporto con i bambini e con gli esclusi,

perché tutti formiamo una sola famiglia in cui ogni vita è sacra,

e il cui centro è Gesù….



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