Venerdì dopo le Ceneri
Is 58,1-9a – Mt 9,14-15
I discepoli di Giovanni “digiunavano molte volte”. (cfr. Mt 9,15)
Giovanni digiunava a un tal punto che lo dicevano posseduto:
“È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato.” (Mt 11,18)
I farisei digiunavano.
Basta ricordarsi della parabola del fariseo e del pubblicano:
“Digiuno due volte alla settimana”, dice il fariseo. (Lc 18,12)
Ma, Tu, Gesù, perché non hai educato i Tuoi discepoli a fare tanti digiuni?
Al punto che si diceva di Te: "Ecco, è un mangione e un beone.” (Mt 11,19)
Anche Mosè digiunò prima di ricevere le tavole della Legge (Es 34,28; Dt 9,9),
anche Elia (1Re 19,8)…
Perché nel Vangelo troviamo così poche parole sul digiuno?
La risposta ci viene dal Vangelo stesso.
Da esso comprendiamo che, nei tre anni del Suo ministero,
la priorità nella formazione dei discepoli era che si rendessero conto dell'identità di Gesù.
Fino a riconoscere la Sua persona, il Suo mistero, la Sua santità, la Sua divinità,
e la Sua via, che era l’abbassamento, la Croce.
Questa era la priorità.
Soltanto a partire dalla conoscenza di Gesù, infatti,
il digiuno trova il suo significato, il suo reale valore.
Il digiuno, come ogni realtà umana,
va ormai pensato e vissuto a partire da Gesù, con Gesù.
Questo vuol dire che, se pratichiamo un digiuno “religioso”, senza Gesù,
un digiuno per essere noi stessi i redentori della nostra vita,
dobbiamo abbandonare il digiuno. E ripartire da Gesù.
Il digiuno è uno stare con Gesù nel deserto.
È un mettersi in uno stato di mancanza, per aver fame di Gesù,
della Sua Parola, del Suo Pane eucaristico.
È un partecipare alla Sua Passione.
È un mortificarsi, per riparare le offese al Cuore di Gesù.
È un allenarsi per vivere della vita della Risurrezione di Gesù.
È una confessione della nostra fede in Gesù.
“Ma verranno giorni quando lo Sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.” (Mt 9,15)
Digiuneranno, digiuneremo, per aprici alla nuova presenza dello Sposo!
Ormai non si digiuna più da soli.
Si digiuna con Gesù.
Non siamo più soli nel digiuno.
E non siamo mai più soli per far festa.
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