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2 aprile 2023 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel



Domenica delle Palme

Is 50,4-7 – Fil 2,6-11 – Mt 26,14-27,66


Ci voleva la morte di Gesù


Purtroppo la storia è piena di racconti simili a quello che abbiamo appena ascoltato.

La storia è piena di condanne di innocenti, di violenze in nome della religione,

di maledizioni, e, peggio ancora, di torture.

Si dice che abbiamo fatto progressi?

Ne è convinto il mito moderno del progresso, tanto diffuso oggi, ma non è così chiaro.

Basti sentire i racconti che diverse vittime di torture

dell’Est della Repubblica Democratica del Congo

hanno fatto davanti a Papa Francesco.

Basti guardare quello che avviene in Ucraina.

Quanto dolore…


Qual è lo specifico del racconto che riguarda

l’innocente Gesù Nazareno condannato a morte?

Essenzialmente una sola cosa:

quel condannato a morte era Dio, il Figlio di Dio.

Non è solo la condanna di un profeta: è quella di Dio.

Questo in un atto di totale e sovrana libertà da parte di Dio.

Dio ha voluto essere Lui il Condannato.

Quel giorno, ad essere insultato, torturato e crocifisso come un maledetto,

fu un uomo, Gesù, che era, che è Dio.

Dio ha voluto essere il Condannato.

La nostra condanna alla morte eterna, l’ha voluto prendere su di Sé,

per amore, per puro amore.

La violenza umana,

anzi la violenza diabolica infiltratasi nell’umanità, quella che si chiama “peccato”,

l’ha voluta assumere Lui;

e ha voluto assumerne Lui la conseguenza irrimediabile che era l’inferno, la morte eterna.

Così che a chiunque dice di sì a quell’amore si aprono le porte del Paradiso.


Questo vorrei raccontarvelo con una parabola, che è pure storia vera.

Un nostro carissimo confratello, Christian, era malato di cuore.

La funzioninalità del suo cuore era diminuita in modo estremamente pericoloso.

L’unica speranza, dal punto di vista medico, era il trapianto di cuore.

E da più di un anno era all’ospedale, aspettando un cuore,

mentre il suo cuore perdeva sempre di più le sue funzioni.

E' stata un’attesa lunga, penosa, e pericolosa.

Con la consapevolezza che il trapianto di cuore non sempre riesce.

Appena martedì sera, ci è giunta la notizia: hanno trovato un cuore.

E nella notte, Christian è stato operato.

L’operazione è andata bene, e ora possiamo continuare a pregare per lui,

perché il trapianto non venga rigettato dall’organismo,

e perché psicologicamente accolga questa vita nuova.


Com’è stato possibile questo dono di un cuore nuovo?

Ci voleva la morte di un’altra persona,

magari in un incidente che non avesse danneggiato il cuore.

Non sappiamo chi sia, ma abbiamo pregato per la sua anima.


Per vivere, per aver un cuore nuovo, per aprire una speranza di vita,

ci voleva la morte di qualcuno.

È lo stesso per noi, per te, per me.

Il nostro cuore profondo è malato, malato del tumore del peccato.

Fare tanti esercizi, tanti sforzi, tanta ascesi…

non basta per guarire il nostro cuore e darci la speranza della vita eterna.

Ci voleva la morte di Gesù, ci voleva il Suo cuore.

Abbiamo bisogno di amare con il Suo Cuore,

allora si apre per noi la vita eterna, e l’apriamo pure agli altri.


Così guardiamo alla Croce con una gratitudine infinita.

Le condanne di innocenti, le violenze in nome della religione,

le maledizioni, e, peggio ancora, le torture, che oggi ancora esistono,

le uccisioni di bambini nel seno materno,

Gesù ha voluto pagarne il prezzo ultimo…

E “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato”. (Rm 10,13)


"Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"

Gli disse il criminale torturato e condannato a morte.

E Gesù gli rispose: "In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso". (Lc 23,42-43)


Gesù, Ti offriamo oggi la gratitudine del nostro cuore

per il dono del Tuo Cuore.

Gesù crocifisso e risorto, Ti ringraziamo, Ti adoriamo a nome di tutta l’umanità,

particolarmente a nome di chi non Ti conosce ancora,

di chi non sa di essere da Te follemente amato.

Per grazia Tua, un giorno saremo insieme con Te in Paradiso.



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