Martedì della III settimana di Quaresima
Dan 3,25..43 – Mt 18,21-35
Saresti tu quell'Azaria?
Ci soffermiamo sulla prima lettura, dal libro di Daniele.
Siamo nella fornace, a Babilonia, con i tre giovani israeliti condannati
perché non hanno voluto tradire Dio ed i suoi comandamenti.
La fiamma era così forte, per ordine del re,
che uccise coloro che vi avevano gettato i tre giovani. (Cfr Dn 3,22)
Come reagiscono i tre giovani?
Maledicono il re, maledicono la fornace, maledicono i soldati del re? No!
Accusano? Accusano chi in Israele è stato più colpevole? No!
Né maledizione né accusa.
Uno dei tre giovani, Azaria, detto Mesac, prega,
e la sua preghiera è preghiera di benedizione:
“Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri… Sei giusto in tutto ciò che ci hai fatto.”
(Dn 3,26..27)
È pure una preghiera piena di pentimento.
Invece di accusare, Azaria si rende totalmente solidale con l’intero popolo e prega:
“Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto questo a causa dei nostri peccati.” (Dn 3,28).
Legge la storia, e riconosce che la prova ha una causa: il “nostro” peccato.
Non quello degli altri: il “nostro” peccato. Il peccato di tutti noi.
Ha poi una intelligenza spirituale splendida:
“Non abbiamo più né olocausto né sacrificio né oblazione né incenso” né tempio…
allora “potessimo essere accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come (se fossimo) olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli.” (cfr Dn 3,38-39)
Cosa avviene a partire da questa preghiera del giovane Azaria,
mentre “non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace”? (Dn 3,46)
L'angelo del Signore, che era sceso con i giovani nella fornace,
“allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace
e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada”. (Dn 3,50)
E i tre giovani “si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace”. (Dn 3,51)
Non siamo anche noi nella fornace?
Allora, ci vorrebbe un Azaria che abbia l’audacia di non accusare nessuno,
di non maledire, e, invece, di pregare, riconoscendo che tutti noi siamo responsabili,
tutti noi siamo peccatori.
Allora faremmo l’esperienza del vento pieno di rugiada nel bel mezzo della prova,
e tutti noi ci metteremmo a lodare Dio!
Saresti tu quell'Azaria?
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