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12 aprile 2023 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel



Mercoledì dell’Ottava di Pasqua

Atti 3,1-10 - Lc 24,13-35


Avete notato l’inversione che avviene in questo racconto evangelico?

Quando Gesù fa i primi passi con Cleofa ed il suo compagno,

i due sono convinti che essi sanno, e che quello straniero non sa.

Essi sanno quello che è capitato:

la crocifissione di Gesù, e, con essa, la fine di ogni speranza in Lui.

L’annuncio delle donne, la tomba vuota, non hanno cambiato la loro visione disperata.

“Noi speravamo…”(Lc 24,21) e non speriamo più.

Torniamo alla vita di prima,

Torniamo ad Emmaus, luogo di memoria – e di nostalgia – delle vittorie d’Israele con le armi.


Essi sanno. E Gesù non sa.

Rispetto a questa situazione avviene un’inversione,

quando Gesù insegna, Gesù rivela, Gesù si rivela nel pane spezzato.

“Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.” (Lc 24,31)

Capiscono che non sapevano, che non avevano capito,

e che lo straniero sulla strada, Lui sapeva la verità. Lui era, ed è, la Verità.


Così avvenne per Cleofa e per il suo compagno.

Ma non furono i soli.

Basti pensare ai due annunci di Maria di Magdala:

Il primo annuncio, prima di essere inviata da Gesù,

è: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro”,

è un furto della salma di Gesù. (cf Gv 20,2)

Il secondo annuncio è: "Ho visto il Signore!" e mi ha detto

"Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro." (Gv 20,17-18)


Non si accoglie d'un sol colpo la verità e la portata del Mistero Pasquale.

Ci vuole tempo, ci vogliono delle tappe.

Il Vangelo della Risurrezione deve crescere in noi.

O meglio, noi cresciamo man mano nella realtà della Risurrezione.

Bisogna disarmare, perdere le proprie certezze,

per lasciarsi afferrare da questo mistero di Vita sconfinata.


Tu a che punto sei?

Il Mistero Pasquale è rimasto alla soglia del tuo cuore,

oppure ha cominciato a mettere fuoco alla tua anima,

a disordinare la tua vita per riordinarla all’Amore?

“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.” (1Gv 3,14)


Si tratta di una vera e propria conversione,

una meta-noia, un passare ad una nuova comprensione della vita.

Ne sono testimoni Pietro e Giovanni, quando Pietro dice allo storpio:


"Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do:

nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!". (At 3,6)


Se ti aspetti dalla Chiesa un piccolo benessere, un sentirti bene passeggero,

sarai sempre deluso.

Perché il dono che ti fa la Chiesa, che ti fa Gesù Risorto non è questo.

È un “alzati e cammina”.

È la capacità di uscire dalle tue paralisi,

e di entrare nel tempio di Dio “camminando, saltando e lodando Dio” (At 3,8)

perché è entrata in te la Vita!


Non stai più ad elemosinare un po’ di benessere,

ti metti a dare la tua vita,

sei entrato nell’Amore e nella Misericordia,

e questo è Vita Eterna.


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