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31 dicembre 2021 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel


Ferie dopo Natale

1Gv 2,18-21 - Gv 1,1-18


Il Prologo di San Govanni non è la descrizione

di una realtà statica, immutabile e complessa.

È un movimento!


Per spiegarvi questo, vorrei usare un’immagine.

Nel racconto della Visitazione, cosa avviene quando arriva Maria,

quando si sente la sua voce, il suo saluto?

“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.”

Lo dice la mamma:

“Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi,

il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.” (Lc 1,44)

Il bambino di sei mesi vuol uscire!

Sussulta di gioia alla presenza di Gesù e di Maria… e vuole andare loro incontro!


Lo stesso avviene in Dio!


Come comincia il Prologo?

Comincia parlandoci del Verbo che era “presso Dio”, che “era Dio”.

E ripete:” Egli era, in principio, presso Dio.” (Gv 1,2)


Ma, come il piccolo Giovanni, qualcosa lo spinge ad uscire!


Il Verbo della vita, il Verbo di luce

è Colui per mezzo del quale tutto è stato fatto,

al punto che “senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”. (Gv 1,3)


Ma vuole pure esserci, in questa creazione.

Vuole abitarvi per dare vita, per dare luce.

E Lui, che è luce, viene a splendere nelle tenebre.


Qualcosa lo spinge al punto che “venne nel mondo”,

Lui, “la luce vera, quella che illumina ogni uomo.” (cfr Gv 1,9)


Il mondo è riempito della Sua presenza luminosa

offerta a tutti: ebrei, cristiani, buddisti, musulmani, e così via.

E dona “il potere di diventare figli di Dio a quelli che credono nel suo nome”. (Gv 1,12)

Ma “il mondo” non lo ha riconosciuto. “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”. (Gv 1,11)


Allora si ritirò?

Si arrabbiò?

Maledisse?


No!

Qualcosa Lo spinse ad entrare ancora di più nel mondo!

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi”, scrive Giovanni, “abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”. (Gv 1,14)


Esce dal Padre e viene nel mondo

per donarci e la grazia e la verità!


Ecco!

È tutto un movimento di uscita!

Esce verso di noi!

Esce per colmarci dei suoi beni!

Esce per condividere con noi la Sua gioia, la Sua vita.


Movimento, uscita, un andare verso, muoversi…

Eppure vi è nel Prologo, al tempo stesso, un’altra realtà.


Come finisce il Prologo?

Con una parola inattesa! “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.” (Gv 1,18)


Giovanni non scrive: “Il Figlio unigenito, che è Dio ed era nel seno del Padre…

ma È nel seno del Padre!

Ecco il mistero luminosissimo!

Il Verbo esce per amore verso di noi.

E.. il Verbo è nel seno del Padre.


Non prima l’una cosa poi l’altra… ma l’una e l’altra insieme.


Ho detto diverse volte che qualcosa lo spinge ad uscire..

Questo “qualcosa” è l’Amore!

Lo stesso Amore lo fa essere, lo fa rimanere nel seno del Padre,

e lo fa uscire verso di noi.


Bene!

Questa è solo una riflessione teologica che non ha niente a che vedere con il nostro quotidiano?

No!


A noi spetta essere, vivere anche noi queste due polarità.

L’Amore ci fa rimanere e ci fa uscire!

L’una e l’altra cosa insieme.


Prendo un esempio nella vita della Chiesa.

La Chiesa deve essere in uscita, per incontrare il mondo, per essere in mezzo alla gente,

per portarvi il Vangelo a rischio della vita

E…

La Chiesa deve rimanere nella preghiera, rimanere nella Tradizione,

rimanere nei doni che hanno fatto la sua storia…


La prima lettura ci parla dell’Anticristo.

Anticristo è colui che rifiuta questa polarità.

O rifiuta di uscire e si chiude in una Tradizione morta.

O volge le spalle alla Tradizione e sposa il pensiero mondano.


“Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri” , scrive Giovanni. (1Gv 2,19)

L’Anticristo non viene dal di fuori della Chiesa. Proviene da una divisione interna, da una spaccatura,

da chi rifiuta di andare verso il mondo

e da chi sposa il pensiero mondano.

E la realtà è che queste due eresie ne formano una sola:

il rifiuto di Gesù.


Cosa ricordare?

Una cosa semplice.

Nell’anno nuovo che comincia, camminiamo più che mai con Papa Francesco,

che è stato scelto da Dio per portare la Croce del Ministero di Pietro

in questo momento.

Perché ci insegna appunto a vivere questa bella e santa tensione:

essere in uscita per incontrare il mondo e rimanere nella preghiera.

Andare in mezzo alla gente e rimanere nella Tradizione

Portare il Vangelo a rischio della vita e rimanere nei doni che hanno fatto la sua storia…


Buon anno nuovo!



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