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20 marzo 2022 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel

Aggiornamento: 22 mar 2022


Terza Domenica di Quaresima

Es 3,1..15 – 1 Cor 10,1..12 – Lc 13,1-9

20 marzo 2022


La conversione è possibile!


Ecco una pagina evangelica impegnativa!

Va inserita nel suo contesto, partendo dal capitolo precedente,

che è tutto un invito a leggere la storia.


Vi ricordate del brano in cui Gesù chiede come mai,

pur essendo bravi nel valutare la natura e nella meteorologia,

non sappiano leggere la storia?


È vitale leggere la storia,

perché la vita è una cosa seria!

La vita è una cosa seria, perché vi si gioca l’eternità, la propria e quella degli altri.


Leggere la storia, l’attualità…

ad esempio la strage voluta da Pilato

che fece uccidere dei ribelli galilei

nel Tempio di Gerusalemme, durante i loro sacrifici cultuali

… una cosa orrenda e di estrema impietà;

oppure le vittime del crollo di una torre a Gerusalemme.

E Gesù chiede:

"Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte?”(Lc 13,2)

Ed oggi chiederebbe:

"Credete che gli Ucraini che erano nel teatro di Mariupol

fossero più peccatori di tutti gli Ucraini, per aver subìto tale sorte?”

E Gesù continuerebbe ad affermare:

“No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". (Lc 13,5)

“Se non vi convertite…”

e “il congiuntivo presente del verbo indica uno stato,

una condizione di continua conversione”:

se non vivete in uno stato di conversione continua, perirete come loro.

La vita, cioè, che non si converte va verso la violenza, va verso la morte.

Il che vuol dire che la conversione significa, al contrario, scegliere la VITA!

La vita per sé e per gli altri.


Ora, questo discorso non è semplicemente l’opinione di un uomo, sia pur sapiente:

ci viene da Gesù, dal Figlio di Dio, ed è quindi Buona Novella!

Perché, se Gesù ci dice: “Se non vi convertite…” (ibid.),

vuole dire che la conversione è possibile.


Carissimi, la conversione è possibile!

Anzi, il vivere in uno stato di continua conversione è possibile!


E noi, non siamo sprovvisti di aiuto per questo,

come ci rivela la piccola parabola che Gesù ci offre.

Ci dice che il divino vignaiolo si dà da fare perché possiamo convertirci e portare frutto,

il frutto che Dio si aspetta da noi.

Egli zappa e mette concime… (cfr. Lc 13,8)

Sta lavorando, cioè, il terreno della nostra vita,

e ci porta il concime, il concime della sua morte in Croce

perché ne siamo nutriti e possiamo vivere la Sua vita di Risorto.


La conversione non è quindi una mèta ideale ed irraggiungibile

per la quale siamo soli e privi di sostegno.

La conversione è possibile!

È possibile oggi!

Non siamo condannati a ripetere sempre gli stessi peccati.


*


Ma, a quale conversione ci chiama il Signore?

Questo, ciascuno di noi lo sa.

In fondo sappiamo bene quello che ci tiene legati e che non porta vita e gioia agli altri, anzi…


Ma vorrei fermarmi su una esperienza di conversione: quella di Mosè.


Mosè era cresciuto nella Corte del Faraone, con la migliore educazione e nel lusso.

Poi, un giorno, fece visita al suo Popolo che era da tempo schiavo degli Egiziani.

E fu testimone di due violenze:

la violenza verso l’altro, e la violenza verso il proprio fratello.

Vide, cioè, la realtà del male nel mondo.


Come vi rispose?

Come scelse di sradicare il male? Con la violenza!

Uccise l’egiziano e ne nascose il cadavere nella sabbia.

Poi scoprì che l’avevano visto!

Il Faraone venne a saperlo e decise di uccidere Mosè.

Mosè fuggì nel deserto.

Vi restò per quarant'anni.

Quaranta anni di umiliazione in cui l’ex grande funzionario della Corte del Faraone

si ritrovò a pascolare nel deserto un gregge che non era nemmeno suo …

Sono lunghi quaranta anni!


Poi ci fu la conversione.

Cosa cambiò?

Mosè, convertitosi, non rispose più al male con il proprio genio, con la propria violenza.

Lasciò a Dio la Signoria sulla storia.

Si mise nelle mani di Dio, per essere strumento della liberazione del Popolo.


La conversione fu il passaggio da Mosè protagonista a Dio protagonista.


E dove avvenne tale passaggio? Al Roveto ardente.

Mosè vide che quel roveto ardeva senza consumarsi. (cfr Es 3,2-3)

Vide il mistero di Dio manifestarsi in un cespuglio del deserto:

il mistero di un donarsi senza esserne consumato.

Doni te stesso, perdi te stesso, muori per amore,

eppure non sei distrutto.

Un continuo dono ti rende vivo nel momento stesso in cui doni te stesso!


Quindi puoi ancora donarti!

Puoi perdere la vita per amore degli altri!

Puoi dare tutto!

Puoi perdonare!

Puoi perdonare tutto!

Perché da Dio ricevi continuamente la vita.


Allora, perché trattenere le cose e la vita per noi?

Perché esitare a dare la propria vita?

Perché proteggersi?


Ecco la vera conversione!

È una vita che passa nell’amore!


La paura di perdere, l’attaccamento ai beni, la volontà di potenza portano alla violenza.

Invece il donarsi disarma e dona pace.


*


“Ma”, mi direte, “io non ho fatto l’esperienza del Roveto Ardente!”

Sì! L’abbiamo fatta tutti nel Battesimo!

E non fu solo un guardare come per Mosè, fu un'immersione nel mistero dell’Amore.


E qui, bisognerebbe riprendere la seconda lettura che ci chiede:

“Cos’hai fatto del dono del tuo battesimo, della tua cresima,

di tutte le tue comunioni eucaristiche?”

Non essere come quegli Israeliti che, pur avendo ricevuto come te tanti doni,

chiusero il loro cuore,

e morirono nel deserto! (cfr.1Cor 10,1-5)


No! Consegnati al dono di Dio!

Consegnati al Mistero Pasquale di Gesù che è il Roveto Ardente eterno!

Consegnati a Lui perché il mondo di oggi ha bisogno di uomini e di donne

la cui vita sia un Roveto Ardente di Amore.

E, ancora di più, ha bisogno di famiglie e di comunità

la cui vita sia un Roveto Ardente di Amore.

Allora, la gente smarrita nel disincanto e nell’angoscia,

cambierà strada per avvicinarsi a questa meraviglia:

“Si amano! Si amano l’un l’altro! Si perdonano l’un l’altro!”


Non temiamo il fuoco di Dio!

Non temiamo il fuoco dell’Amore reciproco!

Brucia, certo!

Brucia il peccato, brucia tutte le resistenze all’Amore.

Fa ardere il cuore,

ma non ci consuma, anzi, ci rende veramente vivi della vita che non passerà.


E chiediamo questo fuoco di misericordia, di fraternità, di rispetto reciproco

per la Russia e l’Ucraina.

Venerdì, nella festa dell’Annunciazione,

Papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.


È chiaro che la Beata Vergine Maria è Mediatrice della grazia,

è attraverso di Lei che Gesù nasce nel mondo.

Ma la Madonna ha un immenso rispetto per gli apostoli, per Pietro.

Molto più di noi, la Madonna onora, rispetta, crede nel ministero apostolico

perché è una presenza di Gesù sulla terra, voluta da Gesù stesso.

Quindi, l’atto con cui il Papa rimette la Russia e l’Ucraina nel Cuore di Maria

permette alla Madonna di intervenire con molta più efficacia…

Il giorno in cui il Papa lo farà con tutti i vescovi del mondo per la sola Russia

sarà molto più determinante,

ma già quello che avverrà venerdì è essenziale.

Allora, uniamoci a quest’atto con la preghiera ed il digiuno.

Perché si manifesti il Regno dell’Amore,

perché la vittoria della Pasqua di Gesù si manifesti senza indugio.

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