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Domenica 13 dicembre 2020 - Fr. Antoine-Emmanuel

Aggiornamento: 31 dic 2020


Quarta Domenica di Avvento

B -Is 61,1-2.10-11

1 Tess 5,16-24

Gv 1,6-8.19-28


Badia Fiorentina - Fr. Antoine-Emmanuel

Io gioisco pienamente nel Signore

Io gioisco pienamente nel Signore,

la mia anima esulta nel mio Dio” (Is 61,10)

È un immenso grido di gioia quello del profeta Isaia!

Perché questa gioia?

Da dove viene?

Viene dal fatto che Dio ha operato nella storia di Israele

un capovolgimento totale della situazione:

chi ha distrutto Gerusalemme la riedificherà!

Chi, a Babilonia, ha imposto ad Israele lavori penosi

li compirà, d'ora in poi, per Israele.

Il popolo di Israele sarà ormai

un popolo di Sacerdoti del Signore

che invece della vergogna riceve il doppio. (cfr Is 61,4-7)

È un capovolgimento totale della sorte di Israele.

Tutto questo è annunciato da un tale

che si presenta come colui sul quale scende

lo Spirito del Signore:

Dio l’ha consacrato con l’unzione! (cfr Is 61,1)

Ora, è appunto con questo testo

che Gesù si auto-presenta nella Sinagoga di Nazareth. (Lc 4,16-21)

È quindi Lui che ci porta a questa esultanza,

perché è Lui che ci porta il vero capovolgimento

di cui abbiamo un così grande bisogno.

Maria ha cantato questo capovolgimento fin dall’inizio,

fin dalla sua visita alla cugina Elisabetta:

Ha rovesciato i potenti dai Troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.” (Lc 1,52-53)

La venuta di Gesù produce una vera esplosione di gioia!

Non di una gioia superficiale,

ma della gioia che viene da un profondo rovesciamento

della nostra condizione di vita.

A tal punto che la gioia nasce là dove nessuno se l’aspetta:

nasce nella vergogna,

nasce nel dolore,

nasce nella morte,

nasce anche nel peccato!

Allora come fare per non farci sfuggire la gioia

che senza nessun dubbio il Natale ci offre?

Mi direte che, comunque, il Natale 2020

non potrà essere un Natale di gioia:

prima di tutto perché tanti soffrono a causa della pandemia,

ma pure perché tanti negozi sono chiusi,

tanti incontri familiari saranno impossibili

e non ci sarà la messa nella notte.

È vero: tutta un'esteriorità del natale

ci viene rubata dalla pandemia….

E sarà difficile in particolare per gli anziani.

Ma, in realtà, rimarrà l’essenziale, la linfa del Natale,

il cuore pulsante del Mistero natalizio.

Anzi, esseri privati di alcune gioie esteriori

può portare ad attingere alla gioia essenziale del Natale

per condividerla.

E torno alla mia domanda:

“Come non mancare l’appuntamento

con l’esplosione di gioia natalizia? “

È il Vangelo a risponderci:

ci vuole il ministero di Giovanni Battista.

È Giovanni che ci permette di non mancare l’appuntamento con Gesù.

Lo ha fatto 2000 anni fa, ma lo fa anche oggi.

Ecco come si esprimeva nel terzo secolo

il teologo egiziano Origene:

Il ministero di Giovanni si attua tuttora nel mondo.

Per chiunque sia prossimo alla fede in Cristo Gesù,

occorre che prima nell’anima sua

giungano lo spirito e la virtù di Giovanni,

e preparino al Signore un popolo perfetto,

appianino le vie tra le asperità del cuore

e raddrizzino i sentieri.

Lo spirito e la virtù di Giovanni precedono tuttora

l’avvento di Dio salvatore”.

Cosa ci chiede Giovanni Battista?

Bisogna ricordare che Giovanni riconosce

la sua missione nella profezia del capitolo 40 di Isaia

che è un annuncio della fine dell’esilio,

l'annuncio della grande consolazione di Dio.

Il profeta parla a Gerusalemme

e descrive quello che avverrà:

“Attraverso il deserto, Dio verrà a te,

Dio guiderà a te il popolo come un buon pastore.

Quindi, Gerusalemme, preparati alla venuta di Dio!

Preparati alla venuta del popolo divenuto uno nell’amore!

Perciò, Gerusalemme, prepara la via,

prepara la via che, nel deserto,

permetterà a Dio di entrare in te,

permetterà all’amore di entrare in te

permetterà ai fratelli di entrare finalmente nel tuo cuore!”

E questa è la gioia!

Come fare? Che fare ?

Tre cose sono necessarie:

raddrizzare la strada per il nostro Dio;

innalzare ogni valle

e abbassare ogni monte. (cfr Is 40,3-4)

Bisogna che la strada che Dio percorrerà per venire a te, a noi

sia libera da tre ostacoli:

i burroni, cioè la disperazione,

il chiuderci nei giudizi negativi su di noi e su tutti;

i colli, cioè l’innalzarci, tutte le forme di vanità;

e gli angoli, il nostro nasconderci a Dio.

Bisogna consegnare tutto questo a Dio nella confessione!

Non per essere perfetti,

ma per essere aperti!

Aperti a Dio.

Esposti a Dio.

Non si tratta di essere giusti per essere giusti,

ma di essere giusti per “esporci” all’Amore,

per permettere a Dio di entrare

con la pienezza del Suo Amore.

Bisogna rimuovere le pieghe.

Esporci!

Allora verrà la gioia!

Allora la gioia entrerà nei nostri cuori,

e con tanta inventività, faremo sì che la stessa gioia,

attraverso noi, giunga a chi si sente scartato,

a chi si crede privato della gioia del Natale.

La gioia, quella vera, è contagiosa… più del virus…

Perché la vera gioia è quella di Dio.

Dio ti condivide la Sua gioia!

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