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27 novembre 2022 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel

Aggiornamento: 28 nov 2022


I Domenica di Avvento Is 2,1-5 – Rm 13,11-14a - Mt 24,37-44



Saliamo sulla barca della Consolazione di Dio!


“Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano,

prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca,

e non si accorsero di nulla …” (Mt 24,37-39)

Non si resero conto di nulla.

Non videro nulla.


“La malvagità degli uomini era grande sulla terra

e ogni intimo intento dei cuori non era altro che male, sempre.” (cfr. Gn 6,5)

“E non si accorsero di nulla …”

“La terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.” (Gn 6,11)

“E non si accorsero di nulla …”

“Ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.” (Gn 6,12)

“E non si accorsero di nulla …”


Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Noè era “uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio”. (cfr. Gn 6,8-9)

“E non si accorsero di nulla …”


Anzi, quando nacque, lo chiamarono Noè, “dicendo:

"Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani,

a causa del suolo che il Signore ha maledetto." (Gn 5,29)

Noè è quindi l’uomo della consolazione,

L’uomo che accoglie e condivide la consolazione di Dio,

che prende i suoi nell’arca di Dio, nella barca della consolazione di Dio.

“E non si accorsero di nulla …”


Ecco l’insensibilità della nostra umanità.

Non si vede il crescere dell’ingiustizia, dell’empietà.

Non si vede che “per il dilagare dell'iniquità, si raffredda l'amore di molti.” (cfr. Mt 24,12)


Come non si vede che la Barca della Consolazione è pronta,

che basta imbarcarsi nella fiducia…


A causa di questa insensibilità, la Parola di Dio oggi è un grido,

una sveglia che suona!


Risuona la chiamata a svegliarci:

“È ormai tempo di svegliarvi dal sonno,

perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.” (Rm 13,11)


Risuona la chiamata ad incamminarci:

"Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". (Is 2,3)

Risuona la chiamata a vegliare:

“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.” (Mt 24,42)


Triplice chiamata per strapparci dall’insensibilità che ci minaccia!

Come si farebbe con una persona che non si rende conto che un tumore la sta uccidendo,

e non si rende nemmeno conto che una terapia formidabile è a sua disposizione…


“Svegliarci dal sonno” …

Così scrive Gregorio di Nissa nel IV secolo:


“Siamo esortati a vincere il sonno, a cercare la vita dall'Alto,

a tenere costantemente sveglie le nostre menti,

a scacciare dai nostri occhi il torpore bugiardo.

Voglio parlare di questo torpore e di questo sonno

che inchiodano l'uomo all'errore, che forgiano immagini di sogni:

onore, ricchezza, potere, grandezza, piacere, profitto, notorietà...,

obiettivi mediocri che perseguono sconsideratamente

una furia e una ridicola testardaggine.

Per annichilire tali sogni, il Signore ci chiede di superare questo sonno pesante,

per non lasciarci sfuggire la realtà in una spasmodica ricerca del nulla. »

(Gregorio di Nissa, Omelia XI sul Cantico dei Cantici)


Per svegliarci, Gesù si auto-presenta oggi in un modo davvero insolito:

come un ladro che viene nella notte!

Gesù viene a derubarci delle nostre false sicurezze, delle nostre illusioni di onnipotenza…


Essere come un ladro notturno è una forma di violenza,

ma è in realtà una grande liberazione.


Dio è geloso della nostra libertà.

Non sopporta di vederci perdere la nostra libertà.


Come Esaù vendette la primogenitura a Giacobbe per un po’ di minestra,

noi vendiamo la nostra libertà per ottenere cose terrene

che ci danno l’illusione del potere.


Allora, il Dio geloso della nostra libertà viene per liberarci,

“per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace". (Lc 1,79)


Diremo come già i capi religiosi dissero a Gesù:

“Non siamo mai stati schiavi di nessuno…”? (Gv 8,33)

Allora vuol dire che la venuta di Gesù è ancora più urgente per noi!


Gesù viene.

Per amore.

Per puro amore.

Per amore della nostra libertà.

La venuta di Gesù,

- la sua venuta nella carne duemila anni fa, il suo venire oggi, e la sua venuta in gloria,-

è sempre un venire per liberarci!


Ci offre una liberazione che non è esteriore, materiale,

ma è una liberazione interiore,

ci dona una libertà che noi non abbiamo mai sperimentata!


È il motivo per cui l’Avvento è un periodo di intensa gioia,

di attesa luminosa!


Avete mai fatto l’esperienza di aspettare qualcuno

a cui siete legati da un amore profondo?

Vi è sia la sofferenza perché lui o lei non è ancora arrivato/a,

sia la gioia intensa perché sta per arrivare!

Tutto l’essere è teso verso l’incontro.

Il cuore batte.

L’udito è in allerta.

Lo sguardo scruta l’orizzonte.

Tutto in noi è desiderio.


È quello che iniziamo a vivere in modo rinnovato oggi.

Perché: “La notte è avanzata, il giorno è vicino.” (Rm 13,12)


Non è: ” Il giorno è avanzato, la notte è vicina.”

bensì:” La notte è avanzata, il giorno è vicino.”


Saliamo sulla barca della Consolazione di Dio!

E tendiamo la mano a tutti… perché questa volta c’è posto per tutti.

Gesù viene per tutti…





















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