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24 giugno 2022 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel


Solennità della Natività di San Giovanni Battista

Is 49,1-6 – Atti 13,22-26 - Lc 1,57…80


In questa costellazione, oggi, ci sei tu


Come sono luminose le parole profetiche del vecchio Zaccaria,

il padre di Giovanni,

dopo la nascita del figlio:

“Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace". (Lc 1,78-79)


L’immagine è bellissima:

la salvezza, la redenzione di Israele, giunge come un’alba novella sulla storia,

un sorgere del sole.


Sulla storia d’Israele, sulla storia di tutti i popoli della terra,

si leva il Sole di Giustizia, il sole di salvezza.

L’aveva preannunciato Malachia:

Il sole di giustizia sorgerà con raggi benefici,

e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.” (Mal 3,20)


Questo Sole è Gesù.

È Lui il Redentore, è Lui la Redenzione, è Lui la Salvezza.

È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.” (Col 1,19-20)


È Lui.

Tutto l’ha adempiuto Lui.

Eppure non l’ha fatto da Solo.

Per redimere il mondo, ha voluto aver bisogno

di una vera e propria costellazione di volti

che hanno preceduto, accompagnato, riflesso, la sua alba sulla storia.


In primo luogo ci fu, c’è, Maria Santissima

che riflette più di chiunque altro la divina Luce sulla storia travagliata dell’umanità.

Poi, c’è il Battista, anch'Egli di una santità, di una purezza di cuore incomparabili.

Ci voleva il Battista, ci voleva l’Amico dello Sposo.


Mistero dell'umiltà amorosa di Dio

che ha voluto questa cooperazione, questa sinergia, questa costellazione.


E in questa costellazione, oggi, ci sei tu, ci siamo noi.

Il Redentore oggi come ieri, non viene da solo, non agisce da solo:

viene con te, con noi, che, “a viso scoperto,

riflettiamo come in uno specchio la gloria del Signore.” (2 Cor 3,18)

In mezzo all'umanità, ci direbbe Paolo,

Voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.” (Fil 2,15-16)


*


E come dovette prepararsi Giovanni alla sua missione?

“Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.” (Lc 1,80)

Pur visitato dalla grazia in modo straordinario,

fino a portare un nome che significa “Dio fa grazia”,

pur “colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre”, (Lc 1,15),

Giovanni ebbe bisogno di una lunga preparazione nel deserto e nella preghiera.

Fu solo dopo questo esilio nella solitudine e nell’estremo spogliamento,

che “venne e predicava nel deserto della Giudea dicendo:

"Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". (Mt 3,1)


Se Giovanni, il purissimo di cuore, ebbe bisogno del deserto e della preghiera

per svolgere il suo compito nella costellazione del Redentore,

a maggior ragione ne abbiamo bisogno anche noi!


*


E come svolse poi la sua missione?

Con un’audacia immensa!

Il deserto, la solitudine con Dio, la preghiera,

lo prepararono ad assumere il suo compito

senza essere condizionato dagli uomini, dai potenti,

ma con una parresia formidabile.

Basti ricordare le sue invettive contro i farisei e i Sadducei

“Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi:

"Abbiamo Abramo per padre!".

Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo.” (Mt 3,8-9)

Basti ricordare la libertà con la quale denunciò

la condotta immorale del Re Erode


La libertà del cuore gli permise di acconsentire, di sottomettersi alla novità di Dio,

riconoscendo il Messia nell’uomo che si umiliava nelle acque del Giordano,

e annunciandolo come “Agnello di Dio” che porta, che toglie il peccato del mondo…(cf Gv 1,29)


*



Finisco con un terzo tratto del Battista.

Per assumere fino in fondo il suo compito nella costellazione di Gesù,

cosa fu necessario?


Un giorno, un gruppo di suoi seguaci gli chiese:

"Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano – ossia Gesù

e al quale hai dato testimonianza,

ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui". (Gv 3,26)

Ti sembra giusto, questo?

Non ti sta rubando il posto?


Come rispose Giovanni?

"Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo.

Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: "Non sono io il Cristo",

ma: "Sono stato mandato avanti a lui".

Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l'amico dello sposo,

che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo.

Ora questa mia gioia è piena.

Lui deve crescere; io, invece, diminuire". (Gv 3,27-30)


È in questo modo che si va fino in fondo nel proprio compito

nella Costellazione del Redentore.


C’è l’ora della chiamata,

c’è la necessità continua del deserto e della preghiera,

c’è l’ora della parresia manifesta, del parlare, dell’agire,

dello scuotere l’indifferenza del mondo con il ministero della Parola.

E per Giovanni, quest'ora fu straordinaria,

perché “Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui

e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.” (Mt 3,5-6)

Ma vi è pure l’ora del diminuire.

Anche questo è parresia.

Anche questo è missione.


Ed è magari il momento più difficile della missione.

Basti pensare alla sofferenza che vivono i fondatori di comunità,

quando devono “diminuire”.

Ed è doloroso più che mai, perché l’urgenza della missione nel mondo odierno

li spinge a continuare, ad ogni costo, a tenere in mano il destino della propria comunità.


Ci vuole un amore immenso per ritirarsi,

come i veri saggi che sanno anche tacere la propria sapienza.

Come i veri profeti che sanno predicare col silenzio.


È soprattutto un camminare sui passi di Gesù,

che “umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” (Fil 2,8).

È permettere a Gesù di compiere in noi il Suo Mistero Pasquale

che salva il mondo di generazione in generazione.


*


Carissimi, lasciamoci istruire da Giovanni.


Come lui, diciamo di sì all’essere parte della Costellazione di Gesù,

ed all’esserlo insieme, perché il mondo creda (Gv 17,21),

affinché “tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.” (1Tim2,4)


Come lui, ritiriamoci nel deserto, nel silenzio, nella preghiera,

per recuperare una vera libertà dalla mondanità spirituale,

per imparare a riconoscere il volto dell’Agnello,

per riconoscere la voce dello Sposo.


Come lui, viviamo con schiettezza, con parresia

la nostra missione, perché il nome di Gesù possa risplendere nel mondo,

possa inebriare i cuori, ritessere l’umanità disgregata

e preparare le anime alla gioia del Paradiso.


E come lui, sappiamo discendere, diminuire,

amando l’ultimo posto,

perché Gesù possa compiere in noi ciò che manca dei suoi patimenti,

“a favore del suo corpo che è la Chiesa”. (cf Col 1,24)

Perché il “Sole di giustizia” continui a “sorgere con raggi benefici” sull’umanità di oggi. (cf Mal 3,20)


Davvero, Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio”, ci visita ancora oggi il “sole che sorge dall'alto”

Visita il nostro mondo.

Lo visita con noi, attraverso di noi, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i passi di tutti sulla via della pace. (cf. Lc 1,78-79)

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