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22 febbraio 2023 Badia Fiorentina Fr. Antoine-Emmanuel



Mercoledì delle Ceneri

Gl 2,12-18 – 2 Cor 5,20-6,2 – Mt 6,1..18


“Ritornate a me! “


Vorrei fermarmi solo sul primo versetto della liturgia della Parola odierna.

Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti.” (Gl 2,12)

“Ritornate a me! “

È un grido d’amore da parte di Dio Padre:

“Vi siete allontanati da me… Ritornate a me!”

Le vostre iniquità vi hanno portato via come il vento… (cfr Is 64,5)… ritornate a me!


Ritornate a me con tutto il cuore.

Ritorniamo con una decisione profonda che riorienti la nostra vita verso il Signore.

Un cambio di rotta che viene dal cuore.

Senza cercare di nuovo il nostro interesse, ci ha detto il Vangelo.


Ritornate a me con digiuni.

È un plurale.

I digiuni ci aiutano a tornare veramente verso il Signore,

perché ci mettono in uno stato di mancanza di ciò a cui siamo abituati.

E, invece di cercare la risposta ai nostri bisogni in quello che passa,

la cerchiamo allora in Dio.

Quali saranno i tuoi digiuni quest’anno?

Cosa ti ricondurrà alla verità del tuo essere?

Ritornate a me con pianti.

Quanti pianti sulla terra oggi… ma quanti…

È indicibile!

Ma vi è un pianto che, nel mondo occidentale almeno, manca tanto: quello del pentimento.

Piango, piangiamo, perché abbiamo ferito il cuore di Dio,

perché abbiamo calpestato la fraternità, perché abbiamo devastato il creato!

Questo pianto è un dono dello Spirito.

Siete pronti a chiedere il dono delle lacrime, del pentimento vero?


Ritornate a me con lamenti.

È una preghiera che viene dal cuore,

e chiede perdono, conversione e benedizione,

per noi stessi e per il mondo intero.

È un grido di speranza che infrange la notte del peccato.

Non è una “bella preghiera”, ma un grido, anche maldestro, che aspetta tutto da Dio.

Ne avremo l’audacia?

Se leggete l’intero Libro di Gioele,

vedrete che la preghiera liturgica dell’intero popolo e le lacrime dei sacerdoti

possono cambiare il corso della storia.


“Ritornate a me! “

Lasciate, cioè, le vie del peccato.

Vi propongo di fare, all’inizio di questa Quaresima, una verifica

su tre peccati tanto diffusi nel nostro occidente spiritualmente scadente.


Il primo è la superficialità.

Siamo molto presi… dalla preoccupazione del mondo

e dalla seduzione della ricchezza. (cfr. Mt 13,22)

"Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti?” (Lc 12,17)

"Che farò, poiché non so dove mettere le mie foto, i miei video, …?”

Siamo occupati, indaffarati, al punto che non c’è più il tempo per l'essenziale.

"Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.

E quello che hai preparato, di chi sarà?" (Lc 12,20)


Il secondo peccato è lo scarso senso di responsabilità.

E' mentalità diffusa che ciascuno debba occuparsi solo del proprio orto,

anche spirituale.

“Ciascuno zappa il proprio orto.”

E non si ha nessuna responsabilità di quello che avviene nell’orto degli altri.

Come Caino che dichiara con convinzione:

“Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gn 4,9)


Il terzo è l’indifferenza.

Leggiamo, vediamo, sentiamo tante cose, tanti fatti.

E si passa da una notizia drammatica all’altra, senza piangere.

"Signore, quando ti abbiamo visto

affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere,

e non ti abbiamo servito?" (Mt 25,44)

Quando? Non ce ne siamo nemmeno accorti!


“Ritornate a me! “

Per ritornare, “siamo invitati - ci dice Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima -

a “salire su un alto monte” insieme a Gesù,

per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi. “

Buona salita! Buona ascesi!

Un’ascesi impregnata di carità, col volto profumato

“perché la gente non veda che tu digiuni” (Mt 6,18),

con la gioia nel cuore.

Perché questo è “ora il momento favorevole”;

è “ora il giorno della salvezza!” (2 Cor 6,2)



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