VI Domenica di Pasqua
At 8,5...17 – 1Pt 3,15-18 – Gv 14,15-21
Un’altra voce si fa sentire
Un po’ di fantasia…
Siamo a Gerusalemme, al tempo della Chiesa nascente.
Siamo con gli Apostoli, che conosciamo bene.
Riceviamo un messaggio:
“Filippo sta predicando in Samaria, tante conversioni, tanti battesimi.”
Come possono reagire gli Apostoli che sono a capo della comunità?
Uno dice: “Ma che!! Sono dei miscredenti i Samaritani!
Credono in tutto e in niente!”
E Giovanni aggiunge: “Ricordatevi di come ci hanno respinti,
quando volevamo attraversare il loro territorio con Gesù!”
“Andiamo e poniamo fine a questa buffonata: Cristo è per i puri!”
Fu così? No!
Tutto al contrario: gli Apostoli inviarono, sì, due di loro, e non due qualsiasi:
inviarono Pietro e Giovanni.
Ed essi non solo non posero fine a quel movimento di conversione,
ma imposero le mani sui Samaritani, perché ricevessero lo Spirito Santo.
Cristo non è per i puri! Cristo è per tutti!
Ecco il frutto dello Spirito Santo nel cuore e nella vita degli Apostoli:
cadono tanti muri, tante barriere, tanti pregiudizi.
Conta l’Amore di Cristo, che non ha frontiere.
È quello che sta avvenendo questa settimana a Roma.
Papa Francesco ha fatto iscrivere i venti copti ortodossi uccisi da Daesh
nel Martirologio Romano.
E oggi, il Patriarca Copto Ortodosso presiede la Divina Liturgia
nella Cattedrale del Papa, a San Giovanni in Laterano.
Così agisce lo Spirito Santo!
Ma torniamo agli Atti degli Apostoli.
Perché Pietro e Giovanni impongono le mani sui Samaritani già battezzati?
Non bastava il Battesimo?
Non c’è tutto nel Battesimo? Sì, c’è tutto nel Battesimo!
Ma il Signore vuole darci più del “tutto”:
vuole darci il proprio Soffio, il Suo respiro divino.
Vuole farci la respirazione bocca a bocca…
E il Vangelo ce lo fa capire.
Tutto parte dalla Croce: “Mi ha amato e ha dato sé stesso per me”, per noi. (Gal 2,20)
Ed ho cominciato ad amare Gesù.
Un amore riconoscente.
Un amore che mi spinge a cercare di fare quello che piace a Lui,
che mi fa amare il Suo comandamento.
Voglio obbedire a Colui che tanto mi ama.
E cosa mi comanda?
“Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. (Gv 15,12)
E qui mi fermo, scoraggiato.
Quante volte ho cercato di amare e di lasciarmi amare!
E non ci riesco.
Sono come la conchiglia che si richiude su se stessa.
Vorrei essere aperto, e assomiglio alla tartaruga durante l’inverno.
Vorrei essere benevolo e assomiglio al porcospino…
Vorrei ascoltare veramente,
e dentro di me sono come un criceto che non si ferma mai…
E così via.
Ma cosa ci dice Gesù?
“Se mi amate, osserverete i miei comandamenti;
e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità.” (Gv 14,15-17)
Perché possiamo vivere il Comandamento di Gesù, quello dell’amore reciproco,
Gesù prega il Padre per noi.
Non prega perché magicamente diventiamo bravi e perfetti.
Prega perché il “Paraclito”, l’Avvocato, il Consolatore
dentro di noi ci insegni l’Amore.
Sentiamo tanti discorsi dentro di noi che ci vogliono convincere
che siamo dei traditori, dei poveracci, …
Questa è la voce della mondanità, la voce del diavolo…
Ma un’altra voce si fa sentire: la voce del Consolatore.
Ci salva da questo chiacchiericcio interiore, perché ci dice la Verità.
Il Consolatore non grida, non alza il tono…
Non entra in dialogo con le voci della disperazione e dell’orgoglio.
Ma ci guida verso la Verità tutta intera. (cfr Gv 16,13)
Egli ci fa capire che la mondanità in noi è menzogna,
che stiamo interpretando tutto secondo criteri falsi, senza speranza.
Riceviamo da Lui il permesso di essere fragili, di essere nella prova,
senza colpevolizzarci.
Riceviamo da Lui la Luce che ci rivela il nostro vero peccato,
e insieme ci rivela la Misericordia.
È un vero Avvocato:
ci sta vicino e prende la difesa della Verità per noi.
È il vero Consolatore:
ci libera dal dolore del sentirci soli e disprezzati da tutti.
E ci apre ad orizzonti nuovi,
in cui ritroviamo il gusto di amare e di lasciarci amare. Cadono le difese, le paure…
Come gli Apostoli, ci mettiamo in cammino verso chi è diverso,
per condividere la gioia del Vangelo.
Come Gesù, in Gesù, siamo “resi vivi nello Spirito”. (1 Pt 3,18)
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